Taormina: una rocca sicula scolpita dall’archeologia e vestita di un elegante abito blu

Taormina è una delle città dall'affascinante storia e dalla cultura immersiva, anticamente nota con il nome di Tauromènion. Un mito tra passato e presente della meravigliosa Trinacria. O più comunemente nota come Sicilia. Perché la regione si chiama Trinacria? Per quale motivo, la città anticamente si chiamava Tauromènion?

In questo approfondimento intendiamo rispondere a tali quesiti e non solo. Le cose da raccontare su Taormina sono davvero tante, pertanto qui ci concentriamo su alcuni contenuti. Innanzitutto, chiariamo le origini del nome antico. Poi, ci rilassiamo in uno spazio verde aperto al pubblico, ricolmo di amore e bellezza anche esotica. Ed infine concludiamo con la visita ad un sito archeologico, nel quale traspare una sorta di passato attuale.

Ciò che proponiamo è un viaggio sensoriale, uno di quelli che si vivono nello stupore e nella magia della sorpresa, lontano dal frastuono. Hai voglia di emozionarti? Allora, ti invitiamo a seguirci nella lettura.

Taormina: alle radici del suo antico nome Tauromènion, parte della Trinacria

Dov'è Taormina? Nella provincia di Messina, sul versante orientale della Sicilia. Non lontano da qui, c’è il Monte Etna, vulcano attivo che è possibile raggiungere con visite guidate. Non prendere iniziative, ma affidati al personale esperto.

Secondo quanto riportato sul sito istituzionale del Comune di Taormina, la città di Taormina, anticamente, era nota con il nome di Tauromènion. Cosa significa l’antica denominazione? Abitazione sul Tauro, il monte sul quale nacque la città. Quando? Nel 396 A.C., grazie agli indigeni siculi.

La storia di Taormina è avvolta tra numerose leggende. Una tra queste, ad esempio, è un Minotauro, raffigurato su delle monete antiche, cui si attribuiscono sia la fondazione che il nome della città.

Perché la Sicilia è conosciuta anche come Trinacria? Secondo le informazioni divulgate sul sito istituzionale della Regione Sicilia, la Trinacria rappresenta un essere mitologico con tre gambe. È un simbolo proveniente dai popoli indoeuropei, per i quali la valenza simbolica era quella del dio del sole, nella sua triplice forma. Esso raffigurava le stagioni di primavera, estate e inverno.

La simbologia prettamente sicula si riferisce a tre promontori della regione, quali:

  1. Capo Peloro, o punta del Faro a Messina;
  2. Capo Passero a Siracusa;
  3. Capo Lilibeo o capo Boeo, a Marsala.

Ecco che perfino la morfologia della Sicilia è permeata da arcane leggende e simbologie che destano stupore.

Taormina: la nobiltà inglese si insedia presso il Parco Trevelyan

Non ci stupisce che l’estero adori l’Italia. Infatti, la Sicilia è una di quelle regioni in cui traspare l’interesse di chi vive oltreconfine. In questo caso, a Tauromènion o Taormina, c’è un luogo che racconta attraverso la scultura ed un verde respiro. Parliamo del Parco Trevelyan.

Perché questo parco è una prova dell’amore estero per il Bel Paese? Secondo la storia narrata sul sito istituzionale del Comune di Taormina, il Parco Trevelyan viene costruito nel diciannovesimo secolo, su ordine di Lady Florence Trevelyan, una donna aristocratica inglese. Dalla quale il posto prende il nome. La donna discende da una famiglia abbiente, pertanto è abituata ad uno stile di vita agiato privo di rinunce.

Lady Florence Trevelyan, di fatto, intraprende dei viaggi che la portano dapprima in giro per l’Europa e poi nel Nord Africa. Dopodiché, lei torna nella sua Patria, ma le cose non vanno bene. La donna ha una relazione clandestina con Edoardo VII, primogenito della Regina Vittoria. Dal momento che egli è già sposato e soprattutto promesso erede al trono, Lady Florence Trevelyan viene esiliata.

Cu nesci arrinesci: Chi si allontana dal suo ambiente, viene a trovarsi in una condizione migliore (Proverbio siciliano dal sito web siciliadigitale.com)

A seguito di questa tragica storia, la nobildonna inglese si trasferisce a Taormina, dove inizia un nuovo capitolo di vita. Qui, infatti, lei sposa il sindaco Salvatore Cacciola. E l’amore coniugale insieme a quello per la bellezza di questa Terra, la spingono a prendere una decisione. Cioè quella di costruire il Parco Trevelyan, che diviene per i posteri la Villa Comunale. Uno spazio di verde pubblico adornato da opere d’arte.

Il Giardino Pubblico in questione, si presenta suddiviso in tre aree: la Parte centrale, la Parte a Sud e la Parte a Nord.

Nella prima area, dalla quale si accede al parco, vi sono:

  1. Una torretta
  2. Il Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale
  3. Il Monumento dei Marinai D'Italia
  4. Il Mas dedicato alla medaglia d'argento al valore militare Leone
  5. Il cannone risalente al 1915.

Nella seconda area troviamo filari di ulivi, piantati in memoria dei caduti in guerra. Mentre nella terza ed ultima parte, c’è una zona costruita su due livelli, collegati da una rampa inclinata. Si presume che questo spazio fosse adibito all’intrattenimento, con feste da ballo e giochi. Ma che valesse anche per il riposo.

L'intero Parco Trevelyan è abbellito dalla pineta, dalla vegetazione nostrana ed esotica. Inoltre, il posto è impreziosito da un viale panoramico mozzafiato. Sebbene questo sito abbia tutta l’aria di celebrare Lady Florence Trevelyan (e di fatto è così), conferisce un tocco di eleganza mistica, data dal verde e dall’arte.

Taormina: l’archeologia del Parco Naxos Taormina riporta alla luce dei reperti dal sapore ellenico

Secondo quanto riportato sul sito ufficiale del Parco Naxos Taormina, i coloni d’origine greca fondano Naxos, in Sicilia, nel 734 A.C. La denominazione della colonia ne deve i natali proprio all’Isola di Naxos dell’Egeo. Quindi, questo sito archeologico di Taormina un passato dal sapore ellenico.

Dietro le quinte di uno scavo archeologico c’è una paziente e sapiente dedizione. Noi, a digiuno di nozioni archeologiche, forse non ne comprendiamo la bellezza. Come si articola uno scavo archeologico? Dapprima si comincia dalla direzione scientifica, in cui si definiscono gli obiettivi e le strategie dell’intervento. Poi si coordina il lavoro del cantiere, gestendo il personale coinvolto, le risorse e la logistica necessaria. Infine, si raccolgono i reperti con estrema cautela ed amorevole cura. In tutte queste fasi, va assicurata e monitorata la sicurezza, data la delicatezza dell’attività.

Cosa trovano gli archeologi? L'archeologia mira a raccogliere i manufatti, ossia gli oggetti antichi di uso quotidiano di un’antica civiltà e gli ecofatti, che servono a capire il rapporto tra l’uomo e la natura. Nel Parco Naxos di Taormina, sono stati scoperti:

  • Mura di fortificazione
  • Strade
  • Dimore
  • Luoghi di culto.

Così, è stato costruito un museo che potesse custodire tali ricchezze storiche. La struttura urbanistica della città sepolta dimostra lo stile greco che l’ha forgiata, con strade intersecate ad angolo retto. Inoltre, vi sono il santuario di Afrodite ed il tempio di Apollo. La città, purtroppo, è stata distrutta e ne rimangono soltanto i reperti.

Forse per alcuni la visita presso siti storici e archeologici può risuonare noiosa già dal nome. Mentre per altri, ciò significa respirare una magnificenza unica. Uno degli aspetti più veri della vita. Eppure, accade che persino le persone restie, una volta sul posto, si ritrovano ammaliate, dimenticando la pregiudizievole noia. Provare per credere!

Siamo giunti al termine dell’approfondimento. Ti ringraziamo per averci letto e ti auguriamo di vivere ogni sfaccettatura tra fascino e autenticità.