Castelsardo: città regia della Sardegna che vive tra quiete e movimento nell’incanto mediterraneo

Castelsardo è uno dei borghi più incantevoli d’Italia. Dove si trova esattamente? Come accennato nel titolo, siamo in Sardegna, nella provincia di Sassari. Questa regione possiede un territorio dall’animo forte e delicato. Una terra di contrasti, insomma. Come la natura umana. Ecco perché questo borgo cattura subito l’attenzione.

Cosa rende accattivante Castelsardo? Se guardiamo il suo paesaggio, notiamo a prima vista i papaveri a ridosso della costa. Poi, proviamo un senso di quiete dato dalle barche ormeggiate placidamente nell’insenatura del posto. Il quadro si arricchisce con le luci dell’alba e del tramonto che si riflettono nell’acqua, come in un dipinto. Il verde rigoglioso della vegetazione si bilancia con le rocce dalle forme estrose.

Ma se credi che ci sia soltanto quiete, qui ti sbagli. Perché? Accanto al relax, Castelsardo offre un menu ricco di ingredienti, quali storia, cultura e svago. Il tutto approda a lume di candela la sera, quando l’attività diurna si placa per fare spazio alla calma serale. Un momento prezioso per rigenerarsi.

Vuoi scoprire cosa anima il borgo? Allora ti conviene seguirci in questo approfondimento su Castelsardo, ne quale ci sediamo insieme a tavola, per gustarne le prelibatezze. Buona lettura A gustu tou (a tuo piacere).

Castelsardo: città regia che cambia nel tempo, pur conservando la propria identità

Castelsardo è un connubio di forza e delicatezza, nel quale si contano all’incirca cinquemila abitanti. Nel corso della storia, il nome di questo Comune è cambiato molte volte, a causa delle diverse dominazioni subite. Secondo quanto riportato su I Borghi più Belli d’Italia, il borgo di Castelsardo nasce grazie alla famiglia dei Doria, proveniente dalla Liguria, che lo fonda nel 1102. Quindi la denominazione originaria è Castel Genovese.

Durante il Regno dei Doria, il matrimonio reale tra Brancaleone Doria ed Eleonora d’Arborea segna un punto di svolta. Infatti, in questo momento viene promulgata la Carta de Logu, cioè un codice di leggi.

Successivamente, nel 1448 Castelsardo subisce la dominazione spagnola, momento in cui il suo nome diventa Castell’Aragonese. È in questo periodo storico che il borgo viene fregiato dagli spagnoli del titolo di città regia.

Dopo gli spagnoli, nel borgo arrivano i Savoia. E sono loro a ribattezzare il Comune con l’attuale nome, ossia Castelsardo. Questo luogo si vede invaso, distrutto, assediato e ricostruito. Certamente esso è un esempio di resilienza nel tempo. Nonostante gli attacchi degli invasori, sono gli agenti atmosferici a soccorrere l’area di Sassari. Di fatto si narra che la perturbazione scatenata dalle raffiche di maestrale ha dissolto le flotte malintenzionate. Talvolta, il male non arriva per nuocere.

Una volta passato il peggio, Castelsardo rifiorisce. Nel 1720, per volere dei Savoia, il borgo viene risollevato dalle ceneri. Vi si organizza la ricostruzione urbanistica, con una scuola e un ufficio postale. Ed oltre a ciò, si costruisce anche una strada di collegamento tra Castelsardo e Sassari.

Castelsardo: l’anima di una goccia del Mediterraneo, che zampilla in una vivace quiete

Come si presenta Castelsardo ai nostri occhi? Dapprima esso si palesa raccolto in una cinta muraria. Ma non di chiusura. Aleggia uno spirito di raccoglimento, il cui protagonista è il vento di maestrale. Si sa, in ogni località balneare che si rispetti, non mancano certo i gabbiani, che si acquattano in attesa di un possibile bottino da parte dei pescatori. Oppure i furbi volatili deliziano la vista con un profumo di libertà, librandosi semplicemente in volo.

È passeggiando per i vicoli che si incontra la vita vera di Castelsardo. Quasi come fosse una consuetudine in molti scorci storici, vi sono donne riunite sull’uscio delle loro abitazioni. In compagnia, esse intrecciano sapientemente ceste in vimini. E dato che il canto alleggerisce il peso di qualunque fatica (o più semplicemente dona un senso di tepore), le protagoniste intonano canti tipici, nei quali emergono calchi semantici d'origine genovese, aragonese e corsa.

Un influsso multiculturale, questo, che pervade l’aria. È la prova tangibile di come qualcosa di brutto possa mutarsi nel tempo, assumendo sembianze nuove e piacevoli.

Anninni' anninnia / canta sa pastorella / con boghe armoniosa (Ninna nanna / canta la pastorella / con voce armoniosa) – Canto popolare sardo, Mutu femminile da “tecadigitale.cai.it/partiture/000080996_058.pdf”

Castelsardo: eccone una cartolina vista mare ma con i piedi per terra

Castelsardo si adagia sulla sommità di un prominente promontorio, cullandosi poi sul mare. Al suo interno, esso custodisce il Casteddu che è un dedalo di strade, nelle quali è facile perdersi. Perciò, porta con te una bussola. Scherziamo! Ormai con i navigatori satellitari, si ritrova l’orientamento in un battito di ciglia. Oppure, se la connessione internet manca (e può accadere in un così vasto territorio), ci si può affidare ai navigatori umani.

Degno di nota, nel borgo di Castelsardo è certamente il Museo dell’Intreccio Mediterraneo. Esso è stato adibito nel Castello dei Doria. Cos'ha di speciale questo museo? Una collezione di artigianato locale, cioè di ceste, realizzate dalle donne. Il talento dimostrato nell’arte dell’intreccio è tale da attirare migliaia di turisti.

L'intero territorio è disseminato di chiese importanti, da cui traspare una forte devozione. Un esempio è la Pieddai. Cos'è? Una statua lignea e policroma che rappresenta la Madonna. La si può ammirare nella Chiesa di Santa Maria. E poi va citato di pari passo il Cristo Nero, che è un crocifisso in legno, molto importante per la comunità. Basti pensare che quest’opera è stata realizzata dai monaci benedettini nel Trecento ed è la più antica della Sardegna, nel suo genere.

In quanto ai siti archeologici di Castelsardo, si possono notare i nuraghi, risalenti al neolitico. Ed oltre a questi, vi sono:

  • Roccia dell’Elefante, per la forma dell’animale, che risale all’Età del Rame;
  • Le Domus de Janas;
  • Nuraghe Ispighia;
  • Nuraghe Paddaggiu.

Castelsardo: tra un bagno di sole e uno di sale, riscaldiamo l’acqua per cuocere la pasta

Castelsardo è una meta ambita soprattutto da chi pratica gli sport acquatici. Di fatto è possibile praticare la pesca sportiva. Diversamente, si può optare per il trekking a cavallo che ci conduce all’esplorazione dell’entroterra.

D'accordo. Ma dopo tutte queste attività, si mangia, vero? Ecco spuntare la fame. Niente paura. Accendiamo all’acqua per la pasta. Ti invitiamo a mangiare un bel piatto di spaghetti con i ricci. O se preferisci, la pasta la possiamo abbinare con l’aragosta. Scegli tu.

Qui ti diamo un consiglio per gustare al meglio il tuo pasto. Per consumare i ricci, è bene preferire la stagione invernale. Mentre per l’aragosta è preferibile l’estate. Adesso è giunto il momento di rilassarci e digerire. Abbiamo acceso il tuo appetito?