Castelmola: rocca sicula dal sapore tradizionale del mulino di pietra
Castelmola è un Comune in provincia di Messina. Eccoci trasportati nella tanto affascinante quanto misteriosa Sicilia. Qui non manca proprio nulla. Incontriamo una storia forte, degli eventi sbalorditivi e dei sapori eccezionali. Il tutto è contornato da una natura incantevole.
Il mare è la portata principale di questo luogo e su questo non si discute. Chi giunge qui, porta con sé una valigia ricolma di tanta voglia di sole, divertimento e relax. E noi non intendiamo di certo deludere le aspettative di nessuno. Tantomeno le tue, che viaggi con noi.
In questo approfondimento su Castelmola, pertanto, ci teniamo a guidarti nella scoperta delle sue radici storiche. È fondamentale conoscere i natali di qualsiasi posto, al fine di comprenderne il valore intrinseco. Poi, ci incamminiamo in una visita guidata presso i siti culturali di maggior interesse. Dopodiché ci concentriamo sugli eventi che rendono straordinaria questa rocca sicula. E terminiamo con un piatto tradizionale della regione.
Allora, ti va di unirti a noi? Ti diamo il benvenuto a bordo di questa lettura.
Indice
- Castelmola: fortezza che spicca sul mare, dalla cima della rocca simile ad un mulino di pietra
- Castelmola: un belvedere affacciato sulle bellezze naturali e su elementi architettonici dallo stupore unico
- Castelmola: un palcoscenico di svago, eventi e sogni ad occhi aperti
- Castelmola: ecco servito un piatto di Bucce di fichi d’India a cotoletta
Castelmola: fortezza che spicca sul mare, dalla cima della rocca simile ad un mulino di pietra
Se pensiamo a Castelmola, cosa ci viene in mente? La roccia sulla quale è sorta, che sembra un mulino di pietra. E questo è parte del significato circa il suo nome. Già, perché la denominazione di questo borgo deriva dapprima dal Castello normanno, ubicato nel centro storico e poi proprio dalle sembianze della rocca ad una mola di pietra. Quindi, Castelmola. Precisiamo, inoltre, che un tempo, la località era chiamata Myle.
Nel Comune vi risiedono più di mille abitanti. Ed il Patrono è San Giorgio, celebrato il 23 aprile. Detto ciò, soffermiamoci sulla sua storia. Cosa apprendiamo al riguardo? Secondo le fonti storiche divulgate su I Borghi più Belli d’Italia, anticamente le mura della città erano in pietre a secco. Successivamente, esse vengono rimpiazzate dai bastioni, eretti dai Siculi, nel 396 a.C. per prevenire eventuali attacchi invasori.
Castelmola tra invasioni, strette e resilienza nella rinascita
Di fatto, Dionisio attacca Castelmola e la conquista. Dopo di lui, è la volta di Gerone di Siracusa, il quale chiede a Roma il permesso di poter governare la città. Cosa succede alla sua morte? Gli succede il principe tunisino Ibrahim, proveniente dalla città di Qayrawan. Costui vi giunge con ben altre intenzioni. La ferocia del potente reale si fa strada nel cuore di Castelmola, abbattendo le fortificazioni difensive. Durante questo attacco, purtroppo, muoiono molti civili e la città viene rasa al suolo.
Una volta che ogni cosa è stata distrutta e non c’era più altro da aggiungere (o da fare), il principe Ibrahim, esce di scena dall’allora detta Porta dei Saraceni. A questo punto, Castelmola rifiorisce. Nel 1078 con l’arrivo di Ruggiero il Normanno, gli Arabi subiscono la sconfitta e vengono costretti alla ritirata. Così, la vecchia Myle si sveste del dolore per indossare una nuova denominazione. Ed un nuovo aspetto. D’ora in poi, la città prende il nome di Mola. Durante il regno normanno, a Castelmola viene edificato il Castello, attorno al quale sorge poi il centro abitato. Si provvede altresì a fortificare l'agglomerato urbano.
Dopo i Normanni, è la volta degli Svevi, che decidono di appoggiarli contrastando gli Angioini. Ne consegue che questi ultimi vengono letteralmente buttati fuori da Castelmola. Ma le cose per gli abitanti si complicano. In questo gioco intricato di alleanze e inimicizie, subentrano gli Aragonesi, accolti favorevolmente dalla popolazione.
La dominazione spagnola, però, si rivela alquanto oppressiva, gravando sul borgo con tasse che obbligano i locali ad uno stile di vita piuttosto morigerato. Fortunatamente la situazione cambia, già nel 1738, quando Castelmola viene annessa al Regno delle Due Sicilie. Successivamente, nel 1860, gli Spagnoli se ne vanno sconfitti e gli abitanti votano a favore del Regno d’Italia.
Castelmola: un belvedere affacciato sulle bellezze naturali e su elementi architettonici dallo stupore unico
Cosa c’è da vedere a Castelmola? Partiamo dalla cima. Questo Comune è un belvedere dal quale si può ammirare:
- Taormina
- Il monte Etna
- Il versante dello Jonio
- Il Golfo dei Giardini Naxos
- Il Capo di Sant’Alessio
- Lo Stretto di Messina
- I confini della Calabria.
Cosa ti aspetti dal paesaggio siciliano? Naturalmente i fichi d’India, quali protagonisti dello scenario marittimo. Ma non sono i soli. Infatti, puoi scorgere anche i mandorli. Ed essendo una rocca, non mancano ovviamente i tornanti. Questo vortice ti conduce attraverso le sue viuzze, direttamente nella piazza. E qui vicino incontri elementi architettonici risalenti al Medioevo.
Da cosa si riconoscono i tratti dell’insediamento medievale? Osservando le abitazioni di Castelmola, puoi notare che le porte e le finestre, ad esempio, sono realizzate in pietra di Taormina. Ed i muri delle case sono tinteggiati in tre tonalità tipiche dell’epoca, cioè:
- Giallo
- Beige
- Rosa antico.
Altro elemento architettonico unico ed inconfondibile sono le tegole, dette coppi siciliani che compongono i tetti a falde inclinate. Ogni dettaglio dell’arredo urbano è curato. Se osservi con attenzione, ti accorgerai che i nomi dei luoghi, i numeri civici e le insegne sono realizzati in ferro battuto.
Degno di nota (e che non passa certo inosservato) è poi l’Arco di ingresso a Castelmola, alla cui base troviamo una gradinata in pietra calcarea. E scusa se è poco, la Piazza della città è stata progettata a mosaico in pietra lavica bianca.
Un ultimo consiglio è quello di fare un tuffo nelle cisterne per l’acqua, risalenti al 367 a.C., percorrendo il tratto pedonale, noto come Via dei Saraceni o Piano delle Ficare, a motivo della presenza dei fichi d’India.

Castelmola: un palcoscenico di svago, eventi e sogni ad occhi aperti
Quando visitiamo un posto, ci aspettiamo di gustarlo appieno e di sognare. Vero? Lo sappiamo bene. Quindi, ecco dei suggerimenti a tema. Innanzitutto, a Castelmola puoi anche semplicemente fare una passeggiata cullandoti tra le strade rurali (altresì note come mulattiere). E se sei in cerca di svago, è possibile praticare:
- Trekking
- Escursioni a cavallo
- Parapendio dal Monte Venere, per i più temerari, poiché la sua altezza è pari a 885 metri.
In quanto agli eventi, qui c’è da stupirsi davvero. Si organizzano scene teatrali di naumachia. Inoltre, si tengono spettacoli di falconeria, con alcuni volatili, tra cui:
- Falchi
- Aquile
- Gheppi
Tutti i rapaci sono addestrati e ci si può affidare al personale esperto. Un altro appuntamento culturale è quello che invita artisti nostrani ed esteri a Castelmola. Essi possono soggiornare presso case antiche, trasformate per l’occasione in laboratori d’arte e atelier. In cambio, gli artisti donano alcune opere per la collezione artistica locale.
Poi, per la notte del 10 agosto a San Lorenzo, vengono dipinte le stelle in segno di buon auspicio. Ed infine, citiamo il tradizionale spettacolo siciliano, cioè quello dei Pupi. Si tratta di uno spettacolo teatrale, in cui si inscenano episodi storici realmente accaduti, che vedono protagonisti i Francesi contro i Saraceni.
Castelmola: ecco servito un piatto di Bucce di fichi d’India a cotoletta
Dato che abbiamo menzionato spesso i fichi d’India, largamente diffusi in Sicilia, abbiamo selezionato una ricetta da gustare anche a Castelmola, dall’inserto di LA CUCINA SICILIANA de “La Gazzetta del Mezzogiorno”. Ti proponiamo le Bucce di fichi d’India a Cotoletta. Già il nome fa sorridere.
Riportiamo gli ingredienti necessari per quattro persone:
- 1 kg di bucce di fichi d’India
- Tre uova
- Farina
- Pangrattato
- Olio extravergine d’oliva
- Sale
Il tempo di preparazione stimato è di 40 minuti, mentre per la cottura ne occorrono all’incirca tre o quattro.
Bene. Cominciamo lavando accuratamente le bucce dei fichi d’India. Poi rimuoviamo lo strato esterno spinoso. Dopodiché tagliamo le bucce a falde e le infariniamo. Fatto ciò, è il momento di intingerle nelle uova sbattute, con una manciata di sale. Terminato questo passaggio, passiamo le bucce dei fichi d’India nel pangrattato.
Successivamente, le bucce vanno fritte in abbondante olio caldo. Una volta eseguita la frittura, possiamo sgocciolarle ed infine servirle. Che dire, una ricetta originale. Non trovi? Buon appetito!