Deiva Marina: borgo dello spezzino speziato con sapori arcaici dal profumo del mistero
Deiva Marina. Ecco un toponimo italiano che suscita curiosità. Per cosa? Per la prima parte del suo nome che rievoca un’atmosfera quasi divina. Ed in effetti, se anche tu provi questa sensazione, non hai tutti i torti.
Dove si trova Deiva Marina? Questo Comune è in provincia di La Spezia. Nella città di Deiva Marina si contano oltre 1300 abitanti. Nel cuore del Comune c’è il borgo, in cui vi sono poco più di mille persone. Ed è proprio da qui che questa località spezzina emana un gradevole profumo speziato. Di nome e di fatto.
Perché ci troviamo in questa parte d’Italia? Nell'approfondimento che ti invitiamo a leggere, sveliamo il mistero sul nome di Deiva Marina. Poi, ci spostiamo verso alcuni dei suoi luoghi, degni di nota tanto per il fascino quanto per la suggestività.
Infine, terminiamo l’articolo con delle parentesi culinarie. Perché dopo tanti passi, sicuramente avremo fame. Pertanto, ti proponiamo delle ricette tratte da LA CUCINA LIGURE IN 450 RICETTE TRADIZIONALI de “Il Messaggero”.
Allora, ti va di affascinarti insieme a noi? Ti diamo il benvenuto.
Indice
- Deiva Marina: il borgo spezzino che vive tra mistero e fascino nella sua audace bellezza
- Deiva Marina: il piacere di visitare un luogo dai sapori antichi conditi dagli eventi tradizionali
- Deiva Marina: l’antica versatilità della farina di castagne per gustare le Picagge matte
- Deiva Marina: un secondo pungente dal sapore salmastro con la Razza ai profumi
- Deiva Marina: come dessert, ti va il Castagnaccio?
Deiva Marina: il borgo spezzino che vive tra mistero e fascino nella sua audace bellezza
Come nasce la denominazione di Deiva Marina? Non si hanno certezze al riguardo, purtroppo. Però, grazie a I Borghi più Belli d’Italia, ci pervengono delle notizie dalle fonti storiche.
Pensa che Deiva Marina viene citata per la prima volta nel 1191. In questo tempo lontano lontano, quasi come in una favola, si parla della città in un documento. A proposito di cosa? Di una consegna di pietra vermiglia presso il porto.
In quanto all’origine del nome, poi, vi sono due ipotesi. Stando ad una di esse, il nome Deiva deriverebbe da alcuni termini in lingua celtica. Di cui awa, cioè acqua. Mentre dewa, ossia corrente d’acqua, indicherebbe il torrente che sfocia. Quest'ultimo avrebbe determinato i natali della città.
Secondo, invece, l’altra ipotesi, la denominazione Deiva avrebbe origini preromane. Anche se il toponimo sembrerebbe derivare dalla parola in lingua indoeuropea dewo, cioè Dio. Intorno all’origine del nome di Deiva Marina, aleggia tuttora il mistero. Ciononostante, apprendiamo quanto l’influenza della cultura estera abbia giocato un ruolo chiave.
Deiva Marina: il piacere di visitare un luogo dai sapori antichi conditi dagli eventi tradizionali
Cosa posso vedere a Deiva Marina? Domandare è lecito e rispondere è cortesia. Ebbene qui ti suggeriamo di assaporare lentamente la città, passeggiando per i vicoli caratteristici. In essi troverai le case decorate in stile genovese, passando per le quali giungerai nel centro storico protetto da una muraglia.
Deiva Marina racchiude in sé un animo pastorale. Infatti, puoi percorrere due mulattiere antiche, lastricate con pietre locali. Dove conducono queste strade? Verso le colline di Caraschi, Piazza e Mezzema.
E se ho voglia di mare? A Deiva Marina trovi una spiaggia sabbiosa e accogliente, nella quale puoi rilassarti. O se preferisci un pizzico di pepe, le attività di svago principali (ed organizzate) sono:
- Trekking
- Arrampicata sportiva
- Ginnastica lungo il viale alberato
- Percorsi pianificati in mountain-bike.
Quindi, il paesaggio offre una cartolina eccezionale, nella quale vengono dipinte le bellezze carsiche, contornate dalla flora mediterranea. Ed ovviamente anche dalla fauna.
Deiva Marina: l’antica versatilità della farina di castagne per gustare le Picagge matte
Se Deiva Marina è sinonimo culinario di castagne, allora è il caso di assaggiare le Picagge matte. Mentre d’estate, la città offre uno scoppiettio tradizionale, tra l’autunno e l’inverno si tiene la Castagnata, una sagra gastronomica che omaggia le ricette arcaiche.
Noi abbiamo trovato una ricetta di pasta, nella quale è presente la farina di castagne. Alla fine dell’approfondimento, invece, concludiamo in dolcezza. La storia delle Picagge matte affonda le sue radici sulle montagne, durante il freddo invernale.
Anticamente, la farina di frumento era considerata una merce tanto rara quanto preziosa come l’oro. Talvolta, anche di più. Ragion per cui, si ripiegava sull’utilizzo della farina di castagne, che invece abbondava. Dalla lavorazione di quest’ultima si otteneva un particolare tipo di pasta, ossia le Picagge matte.
La ricetta è cambiata nel tempo, con l’impiego di varie farine per l’impasto. Mentre per il condimento sono stati scelti i fagiolini e le fette di patate bollite. Insomma, si sa, nulla resta immutato, nel divenire d’una costante ed inevitabile creatività culinaria. Sei d’accordo?
Deiva Marina: ecco gli ingredienti per la preparazione delle Picagge matte
Una volta fornito l’antipasto storico delle Picagge matte, entriamo nel vivo della ricetta. Dopo tanto girovagare, Deiva Marina ti invita a sederti a tavola con lei. E noi non rifiutiamo di certo l’invito.
Allora, quali sono gli altri ingredienti delle Picagge matte? Questi qui di seguito corrispondo alle dosi per sei commensali.
L'occorrente per l’impasto delle Picagge matte ci suggerisce:
- 200 g di farina di castagne (o di farina integrale, se non ne hai o vuoi sostituirla)
- 200 g di farina di frumento
- 200 g di farina Manitoba
- Un uovo
- Sale
Mentre per il condimento, ci occorrono i seguenti ingredienti:
- Pesto alla genovese
- 40 g di fagiolini ben puliti, spezzati e lessati
- Due patate lessate e tagliate a fette.
Passiamo, ora, alla preparazione delle Picagge matte. Per prima cosa, procuriamoci una spianatoia, sulla quale andiamo a mescolare le farine. Ponendovi le dita socchiuse, compiamo una rotazione, in modo da creare una sorta di cratere al centro. Una volta ottenuto ciò, aggiungiamo l’uovo, un po’ di sale ed infine l’acqua. Quest'ultima ci serve in abbondanza, ma va aggiunta poca per volta. L’obiettivo è quello di rendere l’impasto tenero e liscio.
Ci siamo? Bene. Ora è il momento di stendere la sfoglia e spianarla con il matterello, al fine di ricavarne le picagge. Al termine di questa lavorazione, passiamo alla cottura. Quindi, prendiamo una pentola, mettiamoci l’acqua e il sale e accendiamo. Quando l’acqua giunge ad ebollizione, caliamo le Picagge. Controlliamo che la pasta sia al dente ed al momento giusto, la sgrondiamo con un forchettone.
Eccoci giunti all’ultimo passaggio, nel quale impiattiamo la pietanza. Una volta adagiata la pasta nei piatti, la possiamo condire con i fagiolini, il pesto e le fettine di patate lessate.
Deiva Marina: un secondo pungente dal sapore salmastro con la Razza ai profumi
Noterai che a Deiva Marina, così come in altre località balneari, le specialità di mare sono le protagoniste indiscusse dei menu. In questo approfondimento, ha punto la nostra attenzione la ricetta della Razza ai profumi. Perché un pesce tanto pericoloso? Malgrado la sua nomea, la razza possiede delle vitamine importanti, quali Vitamina A, Fosforo e Potassio.
Questa specie ittica ha la forma piatta e discende dalla stirpe dei Raiformi. Dove potremmo incontrare la razza? È bene sapere che essa vive nei mari più temperati dell’emisfero settentrionale.
È possibile individuarla? La razza si mimetizza nei fondali bassi e sabbiosi. Essendo un pesce salutare, si predilige il suo consumo, previa cottura, per eliminare le tracce di veleno. Ma questo vale per ogni piatto di mare o di terra, edibile solo se cotto. Nonostante la paura che la razza suscita, essa fa bene alla pressione, alle ossa ed alla vista, con efficacia antitumorale.
Deiva Marina: il benessere unito al gusto della Razza ai profumi
Allora, soffermiamoci ad annusare l’aria di Deiva Marina, accompagnando l’olfatto con un’esperienza di gusto: la Razza ai profumi. Di cosa abbiamo bisogno? Cominciamo dagli ingredienti, qui forniti per sei persone:
- 1,8 kg di razza;
- Tre pomodori maturi, pelati e privati dei semi;
- Un piccolo bouquet di erbe aromatiche, ossia maggiorana, timo, alloro, salvia, menta, rosmarino e nepitella;
- Tre cucchiai di pangrattato;
- Quattro cucchiai di olio extravergine d’oliva;
- Mezzo bicchiere di aceto;
- Un bicchiere di vino bianco secco;
- Mezzo grappolo di uva acerba con il suo succo, cioè l’agresto;
- Sale e pepe di mulinello.
Ora passiamo alla preparazione della Razza ai profumi. Come primo passaggio questo pesce va scottato in acqua bollente e spellato, tranne sulla pancia. Se hai dubbi, chiedi di aiutarti al pescivendolo.
Successivamente, sdraiamo la razza su di una teglia. Dai pomodori ricaviamo la polpa e la tagliamo a tocchetti, con cui andiamo a cospargere la schiena del pesce. Dopodiché, tritiamo finemente le erbe aromatiche e le spolverizziamo sulla razza. Poi, aggiungiamo sale, pepe e pangrattato. Una volta fatto ciò, bagnamo la pietanza con l’olio.
Infine, versiamo l’aceto, il vino e l’agresto. Così, inforniamo ad una temperatura pari a 220 gradi, cuocendo per venti minuti circa. E la Razza ai profumi è pronta.
Deiva Marina: come dessert, ti va il Castagnaccio?
Come già accennato, Deiva Marina è famosa per la Castagnata. Noi ti invitiamo a pregustare l’evento, con la preparazione di un’altra leccornia. Ma stavolta dolce: quella del Castagnaccio. Cos'è? Ora te lo spieghiamo. Innanzitutto, partiamo dagli ingredienti.
Ci occorrono:
- 500 g di farina di castagne
- 70 g di uva passa
- 40 g di pinoli
- Un cucchiaio di semi di finocchio selvatico
- Un dl di olio extravergine d’oliva
- Sale
Abbiamo a disposizione tutto l’occorrente? Bene. Prepariamo il Castagnaccio. Dapprima mettiamo in ammollo l’uvetta per circa dieci minuti. Poi, la sgoccioliamo e la asciughiamo servendoci di un canovaccio.
Il prossimo passaggio consiste nel setacciare la farina di castagne, così da eliminarne i grumi. Dopodiché, la versiamo in una ciotola grande per fare l’impasto. Quindi, aggiungiamo il sale e imbeviamo il composto con molta acqua. Nel far questo, ricorriamo all’ausilio di un cucchiaio di legno. Il risultato della lavorazione dovrebbe essere piuttosto fluido, quasi liquido.
Adesso è il momento di aggiungere mezzo dl di olio, provvedendo a mescolare il tutto ripetutamente. Fatto ciò, bisogna lasciar riposare l’impasto per due ore. Talvolta, si provvede alla preparazione con un giorno di anticipo.
Ora, riscaldiamo il forno a 180 gradi. Ungiamo una teglia con olio per poter versare l’impasto del Castagnaccio. Prima di infornarlo, spargiamoci su: uvetta, pinoli e semi di finocchio. Possiamo infornare il dolce, cuocendolo per circa trenta minuti.
Appena il Castagnaccio è pronto, lo possiamo servire caldo o freddo, a seconda di come lo preferiamo. L'importante è che il dolce sia tagliato, per tradizione, a fette dalla forma di rombo. Che dire, un ammaraggio in dolcezza, non trovi?