Diving Sicilia: location capaci di conquistare gli amanti delle immersioni
Il mare della Sicilia offre davvero tante location capaci di conquistare gli amanti delle immersioni. Ma quali sono le più belle? Ne abbiamo parlato con JONIO PRO-DIVE CATANIA, un team di sub esperti che organizzano diving Catania e immersioni guidate in tutte le location più belle della Sicilia.
Indice
Relitto di Lisca Bianca a Panarea
Il Relitto di Lisca Bianca a Panarea propone un fondale di prateria di posidonia e permette di arrivare a una profondità massima di 46 metri. Dopo aver ormeggiato su un fondale di 6 metri davanti allo scoglio di Lisca Bianca, si può cominciare la discesa, che permette di scoprire una distesa di posidonia davvero notevole, intervallata di tanto in tanto da poche lingue di sabbia. In breve a una profondità di 28 metri si giunge a notare la prua del relitto, che può essere ammirato dall’alto visto che giace in posizione di navigazione sul fondo. Ben visibile è l’elica, che si è ben conservata, mentre la poppa è a una profondità di 42 metri. Lungo le paratie della stiva ci si può imbattere in grandi stelle marine e aragoste, ma anche pinne nobilis e murene.
La Grotta di Marettimo
Un’altra destinazione da non perdere è il fondale roccioso della Grotta di Marettimo, che consente di giungere fino a circa 60 metri di profondità. Attenzione, però: si tratta di un’immersione caratterizzata da un alto livello di complessità, e proprio per questo motivo dedicata solo ai più esperti. Più o meno a 30 metri di profondità si apre la cavità, che regala l’impressione di trovarsi di fronte a una cattedrale gotica. L’interno è ricco di stalagmiti e stalattiti, che testimoniano come in passato la grotta non fosse sommersa dall’acqua. Il fondale si presenta sabbioso, il che vuol dire che è necessario controllare l’assetto per non essere costretti ad alzare sospensione. A mano a mano che si procede, la luce nella grotta – che è lunga più di 100 metri – si affievolisce. Gamberi e grandi musdee sono i compagni di viaggio in questa esperienza.
L’immersione del Toro a Favignana
La Secca del Toro arriva a non più di 30 metri di profondità, con un fondale rappresentato da un canyon sottomarino davvero spettacolare. Ci sono un sacco di aragoste, ma anche grandi musdee e murene. Non mancano dei passaggi stretti, mentre la vegetazione è decisamente rigogliosa. Se si desidera cimentarsi in una passeggiata più duratura, ovviamente, non si è obbligati ad arrivare alla massima profondità. Ci si ancora sul cappello della secca, a circa 10 metri dalla parete. Un consiglio: poiché la location è a quasi 5 chilometri dall’isola, è auspicabile controllare la forza della corrente, che comunque sparisce quasi sempre dopo che si è scesi in parete.
Cala Gadir
In Sicilia è una tappa quasi obbligata anche il fondale di Cala Gadir, il cui porticciolo ai tempi dei romani garantiva alle navi il riparo necessario in occasione delle tempeste di scirocco e di maestrale. Per chi si interessa di archeologia subacquea, questa è una di quelle immersioni da non perdere. Si può intraprendere l’immersione partendo dal mare o dalla banchina del porto: nel secondo caso si scende in direzione nord puntando la parete che cinge la parte sinistra della baia. I saraghi, le castagnole e le murene sono sempre presenti, mentre in primavera fanno capolino le aragoste. Ma perché questo è un sito archeologico? Lo si può capire facilmente notando le anfore romane e puniche di 2mila anni fa, ma c’è anche una marra in piombo dell’ancora di una nave romana.
Punta Spadillo a Pantelleria.
Punta Spadillo si trova sul versante nord-orientale di Pantelleria, e rappresenta il punto più profondo vicino alla costa, con un fondale che raggiunge i 185 metri. Per immergersi dal lato sud si fa riferimento alla caletta verso il mare. Tanti pesci pappagallo fanno compagnia fino a che non si raggiungono i 35 metri di profondità. Dentici e ricciole sono presenti in banchi, per uno spettacolo destinato a rimanere ben impresso nella memoria.
La Grotta dei Gamberi a Filicudi
Infine, questa rassegna non si può che concludere con la Grotta dei Gamberi di Filicudi, con partenza da Capo Graziano. Si segue una parete rocciosa che parte da quota 15 metri e in men che non si dica si giunge all’inizio della grotta, con una forma a triangolo. Il tunnel è piuttosto complicato da affrontare, sia per la sinuosità che per la scarsità di luce: anche per questo motivo non è consigliabile addentrarsi più di tanto. D’altro canto ci si può limitare al primo tratto per rimanere a bocca aperta, con una fauna marina da sogno.